MEDIA CORSICA
Maria Grazia Sussarellu
nasce ad Iglesias, (Sardegna) nel 1982. Dopo il diploma presso il Liceo Artistico di Cagliari, si iscrive all'Accademia delle Belle Arti di Sassari dove consegue la laurea con Lode nel corso di Scultura. Dopo anni di intensa attività artistica, prosegue il percorso come autrice, pubblicista e consulente editoriale. Scrive e collabora con svariate testate giornalistiche. Attualmente vive tra Milano e la Sardegna.
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L’ ultima Cattedrale
“La cattedrale vegetale è l’opera che meglio rappresenta la mia idea , è un luogo di grande fatica, ma anche di grande felicità, è uno scolpire con la natura, di cui io uomo, lavoro la materia come secondo scultore. Alla fine, come sempre, la natura prenderà il sopravvento.”
Giuliano Mauri
L’opera postuma di Giuliano Mauri è stata inaugurata lo scorso 23 aprile, dopo una lunga fase di costruzione iniziata a maggio del 2016.
L’artista, scomparso nel 2009 è stato uno dei maggiori esponenti europei della “art in nature”.
Nella città di Lodi, città natale dell’artista, sulle sponde del fiume Adda, sorge quindi, l’ultima cattedrale vegetale, portata avanti dai figli stessi dell’artista. 108 colonne in legno con un diametro di 1,20 e un altezza di 18 metri. L’installazione permanete sorge su una superficie di 1617 metri quadrati, perfettamente integrata nel paesaggio circostante. Come una vera cattedrale troviamo ad accoglierci cinque navate che custodiscono, all’interno di ogni colonna, delle piante di quercia che crescendo nel corso degli anni daranno inizio ad un processo di auto-costruzione della stessa.
L’artista inizia a concepire l’idea di cattedrale già dagli anni 80, ma solo per “Arte Sella”(Borgo Valsugana, Trento) riuscì a costruirla e successivamente, progettare una seconda cattedrale sempre portata avanti dalla famiglia, nel parco delle Orobie (Bergamo). Per ogni lavoro da lui compiuto ; Mauri dichiarava l’intenzione di costruire prima l’artificio e poi accogliere la natura. Concepiva dei lavori a lungo termine senza mai arrivare ad una vera conclusione. Nella lunga carriera artistica è stato protagonista di numerosi interventi “in nature” e museali, come la Biennale di Venezia nel 1976, la Triennale di Milano nel 1992, Penne nel 1994. Gli ultimi vent’anni del suo lavoro hanno lasciato una consistente quantità di opere significative, fra le quali ricordiamo i “Grandi Mulini”, “la scala del paradiso”, il “Bosco sull’isola” e non da meno gli “osservatori estimativi” in Germania e Polonia.
“La cattedrale rappresenta un’idea di magnificenza, un ordine e una sacralità del luogo, ho sempre voluto dare corpo a questa fratellanza che esiste tra il luogo e sacralità della terra e di questi elementi che si innalzano che sono gli alberi.In questo c’è dentro tutta la filosofia del mio lavoro. il luogo non mi dimentica e questo mi fa felice, mi piace pensare che la gente attraverserà questo luogo pensando al perché è stata costruita, al perché si è fatta, una domanda che la gente si farà da sé, rendendosi conto che l’opera vale il posto”.
La cattedrale di Lodi, in questo caso, nasce da una precisa volontà dell’artista che lascia a tal proposito uno scritto, considerato il suo testamento artistico, nel quale illustrava il progetto di una cattedrale per la sua città.
un luogo di “culto”, di aggregazione, dove natura e silenzio si fondono perfettamente, per vivere l’opera , essere dentro l’opera.
L’arte di Mauri tocca aspetti culturali e sociali profondi, una forte attenzione storica, antropologica, ecologica. Le sue opere infatti sono caratterizzate dall’utilizzo di soli materiali di origine vegetale e , seguendo il naturale corso vita/morte dello stesso. Questa è la linea che ripercorre ogni opera, “tessitore del bosco”, come fu soprannominato da Vittorio Fagone, ancora una volta con le sue “architetture immaginarie” se pur non più in vita, ci permette ancora una volta di assistere alla trasformazione di un luogo reso magico dagli alberi, che diventano edifici naturali eterni.
Fotografie : Giuseppe Moro © tutti i diritti sono riservati
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